giovedì 27 dicembre 2007
VITA DA.....FISICA IN MOTO!
venerdì 21 dicembre 2007
martedì 18 dicembre 2007
PISTA CENTRIPETA - Fisica in Moto, sala 2
lunedì 10 dicembre 2007
INFO UTILI SU FISICA IN MOTO
Molti professori e studenti ci scrivono per avere maggiori informazioni sul laboratorio Fisica in Moto. Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti.
Le iscrizioni per il 2008 apriranno a gennaio attraverso un apposito form presente sul sito web Fisica in Moto attualmente in allestimento: vi informeremo tramite il blog sulla data di messa on-line del sito e del relativo indirizzo.
Sarà possibile effettuare 2 tipologie di visite:
a. Visita completa: dalle 9.00 alle 17, comprende l’utilizzo completo del laboratorio, la visita guidata all’interno della fabbrica Ducati ed il pranzo nel ristorante Desmo assieme agli ingegneri di Ducati Corse (al costo di 7€ cad.).
b. Visita parziale: dalle 9 alle 12.30 o dalle 14 alle 17.30, comprende l’utilizzo parziale del laboratorio (da concordare con il professore). Pranzo non incluso.
L’utilizzo del laboratorio è gratuito per le scuole.
La capienza massima è di 30 studenti per visita: gli studenti verranno poi divisi in due gruppi per favorire lo svolgimento degli esperimenti.
giovedì 6 dicembre 2007
FISICA IN MOTO STORY
http://it.youtube.com/watch?v=mdjun1TmmMU
giovedì 29 novembre 2007
FISICA IN MOTO: IL LABORATORIO DI FISICA IN DUCATI
Gli studenti saranno dunque invitati ad osservare, domandare ed infine scoprire con le proprie mani quanto siano affascinanti e concrete quelle stesse formule che normalmente rimangono noiosamente stampate sulle pagine di un libro.
giovedì 22 novembre 2007
ACCADEVA UN ANNO FA: CONCORSO UNIVERSITARIO FISICA IN MOTO
Scopo del concorso era quello di progettare un macchinario del laboratorio, offrendo la possibilità a studenti di ingegneria di mettere in moto l’ingegno e confrontarsi con un vero e proprio progetto.
La giuria, presieduta da Gianluigi Mengoli (presidente della Fondazione Ducati), ha decretato come vincitore Davide Di Giacomantonio (riportiamo qui sotto il relativo progetto) dell’Università di Perugia, che come premio ha potuto trascorrrere il week end del MotoGP Mugello 2007 assieme al Team Ducati.
Seconde Classificate: Sara Gaggioli, Cecilia Cappelli, Irene Pianigiani vincitrici di un corso di guida DRE.
Terzi classificati: Fabio Esposito, Isacco Stiaccini che hanno potuto svolgere la tesi di laurea all’interno di Ducati.
Premio genialità: Lorenzo Barni, Niccolo’ Monni vincitori di un buono spesa abbigliamento presso il Ducati Store di Bologna.
Premio Didattica alle bravissime Sara Gaggioli, Cecilia Cappelli, Irene Pianigiani vincitrici di un buono spesa abbigliamento presso il Ducati Store di Bologna.
I progetti primo e terzo classificati sono stati scelti dalla giuria del concorso per essere realizzati all’interno del laboratorio: sono rispettivamente la “Moto Cinematica” e la “Giostra del momento angolare”.
Riportiamo di seguito la testimonianza del vincitore, Davide Di Giacomantonio:
Ognuno nella propria vita prova delle emozioni a cui non riesce a dare una chiara e semplice definizione: la passione, per esempio. Quella vera, che forse ti ricordi quando è nata (o esplosa), sai che non morirà mai, che sarà parte di te fino a che avrai aria nei polmoni…e benzina nelle vene!
Ducati è questo, passione ed emozioni pure.
Appassionato delle motociclette fin da bambino, per me Ducati è la maturità: si può essere italiani e non amare le rosse di Borgo Panigale?
La giornata non poteva essere introdotta in modo migliore: nel Museo Ducati con l’intervento dell’Ing. Claudio Domenicali, e lui non poteva farci più bel regalo che incentivarci nel portare avanti una mentalità vincente, un mix di umiltà, professionalità, passione e, soprattutto, voglia di migliorarsi.
La premiazione del concorso “Fisica in Moto” non è stato che un momento del fantastico 8 novembre, eppure tutta la giornata è stata all’insegna del divertimento. Forse solo chi è appassionato di moto e di meccanica può capirlo… Visitare le sale prova o la sezione dedicata alla Superbike sono state tappe che mi hanno rivelato una volta più come le montagne di formule o pagine che studiamo ad ingegneria vivono in un motore, nell’analisi di flussaggi o nelle geometrie dei componenti di una moto; “Fisica in Moto” vuole essere il ponte tra la scuola e il lavoro, tra la teoria e la pratica, e la mattinata intera mi ha concesso di vivere pienamente l’anima del concorso stesso.
L’intera giornata era stata organizzata veramente bene e, durante la premiazione del concorso gli interventi delle figure importanti di Ducati e delle istituzioni scolastiche hanno reso memorabile la sessione pomeridiana.
È chiaro che l’emozione indimenticabile che porterò sempre con me è stata quella di ricevere il premio per il primo posto del concorso nientemeno che dalle mani del pluricampione del mondo Superbike, Troy Bayliss, lo stesso che solo 10 giorni prima aveva messo tutti in riga nel MotoGP a Valencia.
È stato bello condividere questa giornata con i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato come me al concorso, soprattutto perché tutti avevano colto lo spirito dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Ducati e ognuno, con impegno e creatività, aveva proposto un progetto interessante.
Desidero ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno programmato e collaborato per la riuscita della giornata.
Con Ducati non ci sono mai addii, infatti sto aspettando la nuova stagione di MotoGP e Superbike, quindi: arrivederci al Mugello!
lunedì 19 novembre 2007
FISICA IN MOTO: SIETE PRONTI?
torniamo ad aggiornarvi sui lavori che si stanno svolgendo all’interno del laboratorio dopo un’intensa settimana.
Ad inizio settimana la ditta ICET ha quasi del tutto completato i lavori sulla sala 3 (fino ad ora mancante della grafica) ed il risultato è stupendo: vedere per credere.
Giovedì 15 novembre Mario Alvisi e Giovanni Savino hanno presentato il progetto Fisica in Moto all’interno del Palazzo Ducale di Lucca nel corso del convegno dedicato a “Progetto Galileo”.
Alcuni studenti di Lucca avevano allestito una mostra con macchinari realizzati durante le ore di lezione assieme ai professori e 2 di essi, Fabio e Gabriele, hanno illustrato a tutti il loro progetto: un ottimo esempio di come mettendosi in gioco cresca l’interesse e la passione per ciò che si ha di fronte.
Al convegno erano inoltre presenti il prof. Paolo Citti e l’ing. Alessandro Giorgetti dell'Università di Firenze e l’ing. Emanuele Micheli della scuola di robotica di Genova (www.scuoladirobotica.it/retemiur)
mercoledì 7 novembre 2007
VIDEO FISICA IN MOTO
http://it.youtube.com/watch?v=FVR03aliSWY
Regia Giovanni Savino.
lunedì 29 ottobre 2007
FISICA IN MOTO NEWS
il laboratorio è quasi pronto per iniziare i primi test con gli studenti e i professori che ci serviranno per realizzare le schede didattiche dei macchinari e stabilire i tempi necessari a svolgere gli esperimenti.
Per quanto riguarda i macchinari abbiamo stabilito delle modifiche sulle sedie del terzo principio e sulla macchina di Flechter con la ditta Leonardo e abbiamo posizionato il modello campione della pista centripeta.
Mercoledì scorso inoltre Mirko Balestrazzi di COBI ha istallato la ruota anteriore modificata sulla moto giroscopica: il macchinario funziona e già di questo siamo entusiasti, ma vorremmo evidenziare maggiormente l’effetto del momento giroscopico, in modo da rendere il risultato sbalorditivo.
lunedì 22 ottobre 2007
E' IL MOMENTO!
forza, momento
Braccio di ferro, basetta filettata, tester di coppia, chiavi, viti
Avvita una vite sulla basetta filettata utilizzando la chiave adatta ed in un secondo momento esegui il serraggio utilizzando una chiave più lunga. Prova infine a serrare la vite al massimo utilizzando il tubo per prolungare la chiave.
Utilizza il torsiometro elettronico per misurare le coppie di serraggio che riesci ad ottenere con le chiavi di diversa lunghezza.
Sfida un tuo compagno al braccio di ferro.
Disponetevi ciascuno davanti ad una delle due leve del braccio di ferro. Inizialmente impugnate entrambi con una mano la manopola esterna e provate a tirare contemporaneamente per vedere chi è più forte. Il vincitore può rilanciare la sfida dopo essersi spostato sulla manopola interna, mentre lo sfidante continua ad impugnare quella esterna.
Si può infine eseguire la prova inclinando una delle due leve di 45°.
Fase I
La forza che una persona può esercitare con il proprio braccio rimane costante, ma l’azione di serraggio sulla vite cambia al variare della lunghezza della chiave utilizzata. Infatti con un’opportuna lunghezza della chiave si può arrivare perfino a spezzare la vite dentro la basetta, cosa che con una chiave corta sarebbe praticamente impossibile.
Questo esperimento mostra una grandezza diversa dalla forza, che tiene conto del punto in cui la forza viene applicata: tale grandezza è il momento.
Fase II
Il vincitore della prova con manopole poste ad uguale distanza, si trova molto svantaggiato spostandosi verso il centro. Si nota dunque che per mettere in rotazione il braccio di ferro non conta solo la forza che si applica ma anche la distanza a cui la forza è applicata. Inclinando il braccio si mette inoltre in evidenza che non conta la lunghezza della leva, ma la distanza della retta di applicazione della forza dall’asse di rotazione.
mercoledì 17 ottobre 2007
MINORANZA PROFETICA: L'AUGURIO DEL PROF. STEFANO ZAMAGNI ALLA FISICA IN MOTO
Minoranza perchè unico, profetico perchè anticipa quello che dovrà avvenire.
"Dunque premesso che non ho titolo per parlare io del progetto dato che non sono io un ingegnere, non avendo quindi conoscenze ingegneristiche, le cose che andrò a dire sono riferite al modello di organizzazione e di educazione che questo progetto di cui lei mi parla mette in evidenza.
Un antefatto è necessario, l’università nasce nel mondo, come oggi la conosciamo a Bologna nel 1098 e per i primi secoli di vita il rapporto tra l’università e la società civile era stato fortissimo ed è esattamente in questo contesto che si sviluppa il cosidetto modello “leonardesco”: il suo è il rapporto simbiotico tra gli studiosi dell’università e l’equivalente di allora dell’impresa, gli artigiani. Le cose cambiano a partire dalla fine del ‘500 quando si afferma una dicotomia tra Università e Accademia e quindi si realizza una separazione in base alla quale l’Università deve astrarre dalla realtà circostante. Questa tendenza verrà poi ulteriormente intensificata, per quanto riguarda noi italiani, nell’epoca napoleonica, perché quando Napoleone arriva a Bologna cambia la struttura di governance dell’Ateneo di Bologna. Ad esempio l’Università che era allora era sotto lo Stato Pontificio ammetteva alle donne arrivare ai più alti livelli, c’erano 4 donne che avevano la cattedra, Laura Bassi era la più famosa, mentre con Napoleone le donne vennero escluse e ci vorranno oltre 120 - 130 anni prima che una donna arrivi alla cattedra.
Tutto questo in nome dell’idea secondo cui l’Università non doveva mischiarsi con la operatività, soprattutto doveva guardarsi dal mondo dell’impresa perché il mondo dell’impresa si diceva avesse un valore contaminante. Questo era il modello humboltiano nell’ottocento teorizzato da Humbolt di Berlino che ha finito con l’esercitare una dominanza nell’Europa continentale, non in Inghilterra, fino agli anni ’60. E’ esattamente un modello di separazione, gli universitari, gli studiosi devono stare nei laboratori, poi una volta che avranno prodotto la conoscenza potranno metterla a disposizione degli altri. Ma il mondo dell’impresa non è in grado di dialogare con l’Università.
A partire dagli anni ’60, ma in Italia da un decennio dopo, le cose sono gradatamente cambiate, non dico che ancora oggi nel mondo universitario non ci siano quelli che la pensano così, sono coloro i quali dicono l’università non deve dialogare con l’impresa, perché appunto l’impresa è contaminante, la paura dei soldi, l’impresa paga e costringe l’Università a fare quello che lei vuole. Ma oggi questi sono una minoranza esigua, finalmente ci stiamo rendendo conto che siamo entrati in una nuova stagione che, paradossalmente, ci riporta all’antico, stiamo tornando allo spirito originario dell’Università, dove l’Università non è una torre eburnea messa in cima al colle, ma è parte vitale, è il motore della società civile, ma se è un motore cosa vuole dire che deve essere collegato, come il motore delle macchine, per l’appunto, alle altre parti . Ecco perché anche in Italia, e a Bologna in particolare da una decina d’anni, questi temi si stanno diffondendo. E l’idea è sostanzialmente che la nuova conoscenza è frutto di un nuovo processo bidirezionale, dall’Università alle imprese e dalle imprese all’Università, cioè anche le imprese possono fornire elementi conoscitivi anche se in forme diverse ed in proporzioni diverse.
Allora qual è il punto d’ora in avanti? Il punto è duplice:
I) Bisogna che questa novità la capiscano sia gli uni che gli altri, sia gli universitari ma sia gli imprenditori. Per fortuna a Bologna abbiamo imprenditori illuminati, nel senso “leonardesco” del termine, e quindi imprenditori che capiscono questi discorsi, ma bisogna dire che non sono la maggioranza, sono appunto una minoranza. E la stessa cosa, io per onestà devo dire, è il mondo universitario, non tutti i professori ragionano così, ma non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo avere pazienza, dobbiamo essere rispettosi però portare avanti questo approccio
II) Cosa vuol dire concretamente questo? Che le imprese devono farsi carico, in maniera proporzionale alla propria dimensione, alla novità che questo modello sta imponendo, e quindi devono farsi carico di tutto ciò che questo comporta, sia in termini di disponibilità finanziarie, sia in termini di risorse umane. Al tempo stesso l’Università deve cambiare il modello di governance, e qui le difficoltà sono più grosse. Quello che io ho già detto quattro o cinque anni fa, allora mi derisero, oggi non più, dissi: “Le università devono diventare delle Fondazioni di diritto privato”. E la cosa interessante è che il Ministro Fioroni non più tardi di una settimana fa (del 17 gennaio n.d.r.) ha detto che le scuole superiori devono adottare il modello della fondazione, quindi vuol dire che quando le idee vengono lanciate generano il loro frutto. Se una scuola superiore deve adottare il modello di una fondazione a maggior ragione deve farlo l’Università, perché altrimenti con la struttura attuale i rapporti tra l’Università ed il mondo dell’Impresa sono ancora resi molto difficoltosi. Il rapporto tra Università ed l’Ente Pubblico, come il Comune, la Provincia, la Regione sono facili, perché pubblico con pubblico. Ma quando l’Università deve collegarsi col settore del privato, del civile ecco nascono le difficoltà.
Ecco allora in conclusione: l’Università deve spingere per andare verso il modello fondazionale di diritto privato, le imprese e gli imprenditori devono capire la novità di cui ho detto e, secondo, farsene carico, non possono comportarsi da free riders, chi si avvale senza contributi. Questa era la vecchia mentalità degli imprenditori con cui io sempre parlo, che dicono che alla scuola e all’Università ci deve pensare lo Stato. Allora io a loro dico che sono degli irresponsabili, perché se voi date tutto sulle mani dello Stato non dovete poi lamentarvi dello statalismo. Perché comodo lamentarsi dello statalismo però ricevere i benefici di Stato. Se vogliamo essere seri e coerenti dobbiamo capire che per superare lo statalismo bisogna che la società civile organizzata si rimbocchi le mani e si assuma le sue responsabilità. Che non è solo quello di dare soldi ma di mettere a disposizione il know-how ed il capitale umano.
A me sembra in conclusione che il progetto che è stato avviato dalla Ducati vada in questa direzione, in questo senso è un progetto pilota, ed è un progetto la cui natura è della “minoranza profetica”. Nella teoria economica e dell’organizzazione noi chiamiamo “minoranze profetiche” quei soggetti dell’economia che perseguono una strategia pur sapendo che essa non è conveniente nell’immediato. Ecco perché si chiama profetica perché anticipano quello che deve avvenire. Ecco perché il mio augurio, o la mia sollecitazione, è che la Ducati voglia mantenere, nonostante le difficoltà, la sua adesione a questa logica da minoranza profetica e quindi di non lasciarsi scoraggiare, di perseverare. Perché se questa, come io sono certo, avrà successo trascinerà, come sempre hanno fatto i profeti in ogni epoca, tutti gli altri. Questo è l’augurio che io voglio riservarle".
martedì 9 ottobre 2007
COLPITI DALLA BELLEZZA
Le foto riferite a Marzo 2007 (solamente 7 mesi fa!), a confronto con quelle odierne fanno immediatamente risaltare agli occhi una cosa: noi uomini siamo fatti per la bellezza.
Marzo 2007
Settembre 2007
martedì 2 ottobre 2007
MACCHINA DI FLETCHER
Il macchinario è costituito da un cursore, su cui possono essere posti modellini di moto di peso diverso, che trasla con attrito molto basso sopra una guida rettilinea.
La rotaia, lunga 2,2 metri, è composta da un unico pezzo di alluminio estruso, con un profilo studiato appositamente per avere la superficie di scorrimento dei carrelli esente da curvature, così da garantire misure accurate e precise.
Il carrello è composto da un corpo di policarbonato che presenta, nella faccia inferiore, due assali forniti di ruote piccole e leggere, in modo da avere momenti di inerzia trascurabili, montate su cuscinetti a sfera di precisione al fine di minimizzare gli attriti.
Ogni rotaia è corredata di pulegge a basso attrito e basso momento di inerzia che, grazie ad una cordicella, collegano il cursore ad un peso noto: quando il peso viene lasciato cadere, esso trascina il cursore applicando una forza costante.
Ogni rotaia è dotata di un’elettrocalamita di sgancio dei carrelli comandata da un pulsante a fungo che dà il via ai tre possibili esperimenti.
a) due pesi diversi trascinano due moto uguali
b) due pesi uguali trascinano moto diverse (una più pesante dell’altra).
In questo modo si fa notare che forze diverse producono sullo stesso oggetto effetti diversi e che una stessa forza produce effetti diversi su oggetti differenti.
Il terzo esperimento: la relazione fra forza e accelerazione
Si procede alla misura di a.
Il pulsante di start è collegato ad un cronometro che viene azionato nel momento in cui l’elettrocalamita viene disinserita. Un schermo 32" mostra lo scorrere del tempo: una fotocellula posta in un punto del percorso che precede la frenata arresta il cronometro e sullo schermo appare il tempo che la moto ha impiegato per percorrere uno spostamento noto. Viene quindi visualizzato il valore dell’accelerazione calcolato mediante la formula a=2S/t^2.
Fatto ciò si sposta una valigia dalla moto al motore trainante e si ripete la misura. Si procede così fino ad aver spostato tutte le valige ed i passeggeri dalla moto al motore.
Sullo schermo a parete sono disegnati due assi cartesiani F/a. Sull’asse F sono riportati i valori dei pesi trainanti (motore, motore + valigia, motore + 2 valige, ecc..) precedentemente misurati col dinamometro. Sull’asse a vengono riportati i valori delle accelerazioni letti sul display.
Si ottiene così una retta che indica la proporzionalità diretta tra forza e accelerazione e si definisce la massa inerziale.
- Primo principio della dinamica
- Secondo principio della dinamica
- Concetto di Massa Inerziale
Conoscenze richieste
- Definizioni delle grandezze cinematiche:
Spostamento – Tempo – Velocità media – Velocità istantanea – Accelerazione media.
- Elaborazione di una equazione di primo grado in una incognita.
- Costruzione di un grafico ed interpretazione del significato della curva risultante (proporzionalità diretta).