martedì 13 maggio 2008

Fisica in Moto Story: prima parte

Il laboratorio didattico “Fisica in Moto” presso la fabbrica Ducati Motor di Bologna è rivolto agli studenti delle scuole superiori ed agli operai della Ducati. Esso si propone come un ponte tra la scuola e la fabbrica, due realtà diverse che, spesso, fingono indifferenza e disinteresse l’una per l’altra, nonostante siano indissolubilmente legate nell’influenzare lo sviluppo ed il benessere dell’individuo e della famiglia.
GLI INIZI
Di questi argomenti ragionavano ad inizio del 2006 Elena Ugolini, preside del Liceo Malpighi di Bologna, e Federico Minoli, Amministratore Delegato di Ducati, convinti entrambi che, sia nella scuola che nella fabbrica , si potessero mobilitare enormi energie per dimostrare la continuità di conoscenze ed esperienze, scientifiche ed umane, tra le due istituzioni.

L’idea di partenza fu quella di costruire un laboratorio tecnico in cui alcune macchine permettessero agli alunni di toccare con mano i principi della meccanica studiati nelle aule scolastiche. Gli stessi principi che, a pochi metri di distanza, rendevano possibile il funzionamento ed il successo delle moto montate dai lavoratori della Ducati.

Un’idea valida e realizzata con successo nei moderni musei interattivi di scienza e tecnica a Boston, Monaco e Zurigo, ma troppo asettica per sperimentare quella compenetrazione di persone, esperienze, entusiasmi, metodologie di approfondimento e di lavoro che era nei sogni dei promotori dell’iniziativa. Infatti, i progetti iniziali, affidati ad una società specializzata, mostrarono un laboratorio-museo, esteticamente molto bello ma chiuso in se stesso, in cui le macchine erano uniche protagoniste, adatte per essere ammirate, ma prive di capacità di dialogo e comunicazione.

Ci sembrò di essere di fronte al progetto di un museo “classico” che ha la sua ragione di essere nei reperti che ospita mentre era per noi evidente come sia la scuola che la fabbrica vivono non per gli oggetti che ospitano ma per le persone che le abitano, per le loro esperienze, la loro fatica ed i loro sogni.
Decidemmo così di ricominciare da capo e di affidare lo sviluppo del laboratorio ad un gruppo misto di lavoratori, professori e studenti, lasciando loro libertà totale di azione all’interno del budget e della missione identificata.
La costruzione del laboratorio divenne, così, essa stessa laboratorio di esperienze, emozioni, conflitti e soluzioni che di per se stessi hanno arricchito la fabbrica e la scuola.

IL TEAM DI LAVORO Per costruire un ponte tra scuola e impresa occorreva un gruppo di lavoro che incarnasse un legame vivo tra scuola e fabbrica. Così vennero mobilitate, per il team di lavoro, persone di diversa estrazione, legate a mondi diversi, guidate dall’ing. Mario Alvisi, giovane product manager di Ducati:
- Giovanni Savino, dottorando presso Università di Ingegneria di Firenze
- Marialuisa Filippucci, professoressa di Fisica presso il Liceo Malpighi di Bologna,
- Alberto Martini, professore di Fisica, curatore del laboratorio “La Galileiana”
- Gianfranco Zappoli, ex Capo Reparto Ducati in pensione
- Franco Lanza, Responsabile Organizzazione Industriale Ducati
- Enzo Capucci, Capo Reparto Ducati
- Stefania Brandazza, Responsabile Fund Raising in Fondazione Ducati

(Fine prima parte)

1 commento:

Anonimo ha detto...

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